RuyBlas by Victor Hugo

RuyBlas by Victor Hugo

autore:Victor Hugo [Hugo, Victor]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2010-11-21T21:28:07.968000+00:00


DON MANUEL ARIAS

L’et� ha trasformato il folle spensierato in un rigido moralista.

CONTE DI CAMPOREAL

Tutte le prostitute, quando rinsecchiscono, dicono le devozioni.

DON ANTONIO UBILLA

Io lo ritengo una persona onesta.

CONTE DI CAMPOREAL (ridendo)

Oh, come siete ingenuo, Ubilla! Vi lasciate ancora sedurre dall’apparenza! (In tono significativo) La casa della regina, ordinaria e civile, (sottolineando le cifre) costa seicentosessantaquattromila ducati all’anno! È un pozzo senza fondo dove si possono gettare le reti a colpo sicuro! Dove l’acqua è torbida, il pescatore ingrassa!

MARCHESE DE PRIEGO (intervenendo) Scusatemi, ma giudico imprudente la vostra condotta… e le vostre parole. Mio nonno, che aveva mensa presso il conte-duca, raccomandava sempre di mordere il re ma di baciare il favorito. Signori, vi prego, occupiamoci degli affari di stato.

Tutti prendono posto accanto al tavolo. Alcuni sfogliano degli incartamenti, altri prendono la penna in mano. L’impressione generale è quella di un ozio e un’inerzia assoluti. Una pausa.

MONTAZGO (sottovoce, a Ubilla)

Vi ho chiesto una tassa sul culto delle reliquie per poter pagare la nomina ad alcade di mio nipote.

DON ANTONIO UBILLA (sottovoce)

E voi mi avevate promesso di nominare al più presto mio cugino Melchior d’Elva balì dell’Ebro.

MONTAZGO (insorgendo)

Abbiamo appena elargito la dote a vostra figlia. La cerimonia nuziale è ancora in corso! Ci perseguitate di continuo…

DON ANTONIO UBILLA (sottovoce)

Avrete il vostro alcade.

MONTAZGO (sottovoce)

E voi il vostro balì. (Si stringono la mano)

COVADENGA (alzandosi)

Signori consiglieri di Castiglia, mi sembra il caso - perché nessuno esuli dalla sfera che gli compete - di procedere a una regolamentazione dei diritti e dei contributi rispettivi. Le rendite della Spagna scivolano in migliaia di mani, è una sciagura pubblica cui occorre porre un termine. Alcuni hanno troppo poco mentre altri nuotano nell’oro. Voi avete l’appalto dei tabacchi, Ubilla, mentre voi, marchese di Priego, vi siete preso la concessione dell’indaco e del muschio. Camporeal riscuote l’imposta su ottomila uomini, il dazio sulle merci per le Indie, il sale, mille altre tasse, e il cinque per cento sull’oro, sull’ambra e sul giaietto. (A Montazgo) Voi che mi guardate con occhi tanto spaventati, voi solo, grazie alla vostra ben nota sollecitudine, percepite l’imposta sull’arsenico e il diritto sulla neve, sulle processioni, sulle carte da gioco e sulla lotta; avete l’ammenda sui borghesi puniti col bastone, la decima sul mare, sul piombo e sul legno di rosa! Io signori, non possiedo nulla ed esigo che mi venga restituito qualcosa!

CONTE DI CAMPOREAL (scoppiando a ridere)

Oh, che vecchio scostumato! Se riscuote i profitti più alti! A eccezione dell’India, possiede le isole dei due mari. Che avidit� smisurata! Ha afferrato con una mano Majorca e con l’altra si aggrappa alla scogliera di Tenerife!

COVADENGA (in collera)

Non ho niente, vi ripeto!

MARCHESE DE PRIEGO (ridendo)

Ha i negri!

Tutti si alzano e si mettono a parlare contemporaneamente. Litigano ferocemente.



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